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PAGINE SCELTE

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In questa sezione puoi trovare alcune pagine di Lorenzo che uccise Liza​​​​​​​​​​​​​​​​​​​.

Puoi prendere i primi contatti con i personaggi, le atmosfere e le azioni;  puoi decidere, se vuoi, di acquistare e leggere il romanzo.

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Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Lorenzo

 

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«Con quella bici mi sembri un patafisico» gli aveva detto Liza una volta vedendolo arrivare trafelato e in ritardo, con le narici tremanti e agitate come da onde invisibili. E un tipo così ci poteva ben stare in un sistema di leggi che governano le eccezioni, in una scienza delle soluzioni immaginarie.

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Liza

 

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Usciva dagli occhi verdi per vedere se per caso riuscivano a incrociare una sagoma di lontano che somigliasse a quella del suo Lorenzo.

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Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Bice

 

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Bice era adorabile come chi non sa di avere diritti o, se lo sa, non li pretende e, addirittura, vi rinuncia.

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Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Il commissario Barrone

 

​Il commissario fece una lunga pausa di silenzio durante la quale ripassò attentamente i fogli che aveva in mano.

«Per il momento può bastare» borbottò tra sé il commissario. Dopo un po’ disse loro che potevano andare. Li ringraziò e accompagnandoli alla porta si scusò per il disturbo. Appena usciti, tornò zampettando a parlare con il suo aiutante.
«Ehi Miché» disse «miseria ladra, hai sentito che bella famigliola? Altro che parenti serpenti: qui se avessero potuto tagliargli la testa e metterla come trofeo nel tinello buono lo avrebbero fatto. Se solo ci fosse un motivo appena valido... un massacro si vedrebbe. Altro che tuer son mandarin, c’è in giro una voglia di sangue da far inorridire un vampiro. Ti pare Miché?»

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Marcello (fratello di Liza)

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«Lorenzo aveva questo» disse guardando fisso Marcello «che anche senza giacca e cravatta pareva un signore. E questo perché lo era. Il vostro problema è che vi suggeriva che, anche con giacca e cravatta firmate, del signore non avete niente. E questo non vi è mai andato giù».
«Il tuo bel Lorenzo avrà avuto anche un aspetto da gran signore» ribatté Marcello per niente toccato dall’affermazione di Liza «ma non è mai riuscito a esserlo davvero; noi forse non ce l’avremo questo aspetto, ma sappiamo di esserlo. E se no, ci basta un’occhiata ai nostri conti correnti per ricordarcelo.

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Il Silvio

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Silvio, quasi l’attendesse, fumava tranquillo, gli occhi a fessura, sul gradino più alto della scalinata. Di Lorenzo non le disse nulla più di quanto sapesse: cioè che non dava nessuna notizia.

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

La bidella saggia

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Per farsi forza si lasciava rimbombare in testa la voce santa della bidella del front office, che si era confezionata delle virtù teologali su misura: «Eh profesoresa, a se ricorda sempre che ghe vol vivansa, bonansa e pasiensa. Eh, cossa voea, qua non ghe xe pi ombra de creansa. Ma mi, a sapia, mi par mi, ormai non vao pì combatar».

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Le Graie

 

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«Sorelle, sorelle, vedo qualcuno arrivare, è come un’ombra, ma ha l’ombra: non so se sia un mortale o un dio».
Le altre due Graie, le dee nate già vecchie, si scossero, quando la terza loro sorella le richiamava in vita dal sonno in cui erano sprofondate. Esse avevano in tre un solo dente, se lo passavano l’un l’altra e mangiavano a turno...

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Il problema di matematica

 

​...i ragazzi vi facevano rotolare una vecchia ruota di bicicletta senza pneumatico che stava in piedi bene perché il cerchione era largo…

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Poldo

 

​In pratica dalla sparizione di Lorenzo, Poldo era stato abbandonato e Liza si era risolta di tenerlo con sé, finché Lorenzo non fosse tornato: così almeno qualcuno in casa sua avrebbe patito la sua stessa nostalgia senza tanto parlare e sarebbe stato come una fonte segreta residua di umanità, perlomeno in quella casa. Liza lo aveva trovato, lasciato lì come un cavallo senza né briglia né sella né bisaccia; senza nemmeno l’ombra di una cavezza.
Poldo stava. Paziente, quasi immobile, stava da un bel po’ in un silenzio assordante. Di tanto in tanto, aspirando con le narici dilatate, sospirava.

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

La neve

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Candida e farinosa, s’era depositata scendendo con la perizia di un abile artigiano su ogni cosa. Con una regolarità indulgente faceva spazio a brevi intermittenze scure, ora di sassi, ora di rami di abete e larice, ora di erbe rialzate nonostante la stagione che toglieva forza a ogni rigoglio.

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

Lo chalet dei Lauretani

 

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Lo chalet era immerso nella pineta che segnava di sempreverde il fondovalle. La neve caduta abbondante durante la notte ne avevano incorniciato i profili come ovatta bianca, facendolo risultare morbido e intimo allo sguardo.

Roberita Tesac, Lorenzo che uccise Liza

La luna e l'immaginazione di Lorenzo

 

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Ma si era guadagnata un poco di spazio tra la spessa cortina di nebbia la luna. Pallida, pareva il riflesso di una rosa bianca in uno specchio d’argento. Lorenzo diede uno sguardo all’orologio: «Che sorpresa!» sbottò. Le lancette non si erano fermate ad aspettare che egli finisse le sue immaginazioni: la più grande aveva raggiunto la sorellina e insieme ormai segnavano un’ora che proprio non si aspettava.

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